Caprigliola (provincia di Massa e Carrara), la porta sud della Lunigiana, un borgo che si ritrova
L’ingresso del comune all’interno della Riserva prefigura la possibilità di inserire questa realtà in un contesto che fa della valorizzazione il proprio pane quotidiano e la propria raison d’être
Mesi e mesi di contesto pandemico, oltre alle difficili conseguenze sanitarie, sociali ed economiche, hanno talvolta stimolato e vivificato la rinascita di sensibilità e attenzioni troppo spesso dimenticate.
Il rapporto con l’otium, nel suo significato più profondo, con se stessi e con il mondo naturale che ci circonda, ha fatto sì che lo sguardo comune si posasse sulle meraviglie e le potenzialità che la biosfera cela ed offre, in un continuum di condivisione spaziale e temporale con l’uomo.
Un gruppo di amici, di cittadini, abitanti del piccolo borgo di Caprigliola, posto alle propaggini meridionali del comune di Aulla, proprio al confine con la Liguria, ha abbracciato questo comune sentire, traducendolo in virtuosa operosità.
Oltre alle imponenti mura medicee, ai sinuosi borghi medievali, agli edifici religiosi di assoluto valore architettonico, unitamente ad un’invidiabile posizione geografica di evidente valore logistico-strategico, Caprigliola vanta un contesto naturale unico.
Un esemplificativo ensemble natura-cultura, che unisce gli uliveti da produzione ed i castagneti da frutto con i caratteristici presidi umani che hanno tratto da ciò la ricchezza necessaria a fondarvi economie e socialità.
Mulini, muretti a secco, ponti e acquedotti in pietra, sono il denominatore comune della presenza umana nei boschi, nelle valli e nelle lussureggianti colline che cingono e ornano lo storico nucleo abitativo caprigliolese.
La voglia di rivalorizzare e riscoprire la rete sentieristica e viaria locale, strumento utile e necessario all’esplorazione e alla fruizione del suddetto patrimonio, ha prodotto un’encomiabile opera di recupero.
Sforzo del tutto gratuito e virtuoso, mosso dalla volontà di restituire a se stessi ed alla comunità i luoghi di una storia individuale e collettiva purtroppo abbandonati.
Il progetto, che ha visto muovere i primi passi nello scorso mese di novembre, continua il suo percorso, crescendo e accogliendo nuove collaborazioni più o meno esterne: imprenditori locali, associazioni territoriali, amministrazioni pubbliche e volontari innamorati di questo meraviglioso territorio.
La fortuna di incrociare i passi con l’attuale tracciato della Via Francigena (tappa Aulla-Sarzana) e la prossimità all’Alta Via dei Monti Liguri, ha fatto sì che il richiamo e la visibilità del lavoro svolto accrescesse e ampliasse i propri orizzonti.
La notizia dell’ormai prossimo ingresso del comune di Aulla all’interno della Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano, prefigura la possibilità di inserire questa realtà all’interno di un contesto che fa della valorizzazione di progetti aventi questa natura, il proprio pane quotidiano e la propria raison d’être.
Il solco è tracciato e in un’ottica più ampia e globale, la necessità di coesistenza sostenibile, salvaguardia e preservazione dell’ambiente naturale, vivranno stagioni di grandissima partecipazione ed attenzione collettiva. Aver riportato alla luce una rete di percorsi adatti a qualsivoglia declinazione dell’esperienza outdoor (trekking, mtb, equitazione, didattica, turismo, ecc.) rappresenta un patrimonio comunitario da proteggere e valorizzare quale autentico viatico esistenziale che noi, ma soprattutto le generazioni future, dovranno necessariamente fare proprio.