Stretta sul fumo, riguarda anche le sigarette elettroniche
Il governo, a voce del ministro Orazio Schillaci, sta preparando un provvedimento che rappresenta una stretta rispetto alle regole in vigore, la famosa “legge Sirchia”, che impose nel 2003 il divieto di fumo nei locali chiusi, compresi luoghi di lavoro privati non aperti al pubblico.
Quella di 20 anni fa fu il primo importante passo per la salvaguardia della salute pubblica, che riguardava all’atto della sua uscita solo i locali al chiuso. Una modifica del 2013 ha esteso il divieto anche nelle aree esterne delle scuole. Nel 2016, poi il d. lgs. 6 ha introdotto nuove limitazioni, tra cui il divieto di fumo nelle aree esterne delle strutture ospedaliere, nelle autovetture in presenza di minori o donne incinte, e l’obbligo di accertarsi dell’età di chi acquista prodotti legati al tabacco, anche con la richiesta di un documento.
Con le nuove norme, le limitazioni all’uso riguardano le sigarette elettroniche, paragonate alle tradizionali, e viene esteso il divieto di fumo nelle aree aperte di bar e ristoranti, alle fermate di metro, bus e treni. Sarà poi previsto lo stop per la pubblicità delle sigarette elettroniche, così come avviene anche per i prodotti da fumo.
Le misure si rendono necessarie a causa di un aumento, negli ultimi anni, dei fumatori in Italia. In un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, sono fumatori il 24,2 % della popolazione, un dato in aumento, che ha raggiunto i valori del 2006. Circa 3 milioni di persone, invece, utilizzano sigarette elettroniche a liquido o a tabacco riscaldato.
Sono state previste anche le sanzioni, la multa per i trasgressori dovrebbe ammontare a 275 euro, con la possibilità per chi paga entro 60 giorni di una riduzione del 50%.
Letizia Rossi