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Tre regioni italiane nella top ten europea per i rischi del cambiamento climatico

Brutte notizie sotto il punto di vista ambientale, per tre regioni italiane: Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. La classifica, stilata da  Xdi (The Cross Dependency Initiative), agenzia specializzata nell’analisi del rischio climatico e ambientale, va a misurare i principali rischi capaci di creare ingenti danni, quali caldo estremo, congelamento, movimenti del suolo legati alla siccità, inondazioni (fluviali e costiere), incendi boschivi, e vento forte. Sono state studiate 2600 regioni in tutto il mondo, calcolando i probabili danni a edifici e proprietà causati dagli eventi estremi.

In questa classifica, la regione che ha il maggiore rischio è in Germania la Bassa Sassonia, nel nord dello stato, che vede come città principali Hannover e Brema, seguita dalle Fiandre, regione belga che comprende la capitale Bruxelles e dalla regione russa sul mar Nero del Krasnodar.

Al quarto e quinto posto di questa lista compaiono rispettivamente Veneto e Lombardia, ottava è invece l’Emilia Romagna.

“Questi risultati sottolineano l’importanza di valutare il rischio climatico fisico nei mercati finanziari, compresi i mercati obbligazionari, data l’entità degli investimenti di capitale rappresentati dagli asset a rischio nelle regioni individuate, la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali e la necessità di informare gli investimenti sulla resilienza climatica –  ha detto Rohan Hamden, Ceo di Xdi – È fondamentale che le aziende, i governi e gli investitori comprendano le implicazioni finanziarie ed economiche del rischio climatico fisico e lo soppesino nel loro processo decisionale prima che i costi si aggravino oltre i limiti finanziari”

“Il costo dell’inazione è di gran lunga più alto di quello che si dovrebbe sostenere per mettere in campo efficaci azioni di mitigazione e adattamento” aggiunge Luca Iacoboni, responsabile programmi nazionali di Ecco, think tank italiano per il clima, che suggerisce una coraggiosa politica di decarbonizzazione che possa attirare gli investimenti del Pnrr e de Pniec.

Letizia Rossi

Redazione

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