Oggi l’anniversario del terremoto del 2009
“ Lanciamo un S.O.S. per i beni culturali dell’Abruzzo: la situazione à grave. La situazione della gestione del patrimonio culturale d’Abruzzo si fa sempre più allarmante. Dopo da divisione definitiva degli uffici in due soprintendenze, quella de l’Aquila è rimasta da troppo mesi priva di dirigente.
Il continuo succedersi di pensionamento dei funzionari e di buona parte di tutto il personale senza le adeguate sostituzioni lascia sotto organico tutti gli uffici. Tutto ciò comporta gravi conseguenze per i cittadini e per il patrimonio dei beni culturali abruzzesi nonostante gli sforzi ed i sacrifici del personale superstite che opera con passione e dedizione. Infatti i cittadini non possono ricevere risposte in tempi accettabili e scatta inevitabilmente la perniciosa regola del “silenzio- assenso”; molti progetti di restauro accusano gravi ritardi con aumentato rischio per i monumenti destinatari dell’intervento ed irreparabile aggravamento delle già precarie situazioni; tutte le attività di tutela e controllo subiscono inevitabili limiti e pericolosi ritardi ; molti dei più importanti musei o monumenti abruzzesi sono chiusi o vengono aperti con ridotti turni settimanali (limiti attualmente nascosti dalle norme pandemiche): gli Archivi di Stato operano a scartamento ridotto mentre quello di Sulmona rischia addirittura la chiusura”. E’ la forte denuncia di Giulio De Collibus, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Pescara, abruzzese, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia, le cui dichiarazioni giungono nel giorno dell’anniversario del terremoto del 2009.
“E’ inoltre da tener presente che gli ispettori di prima nomina, quando e se arriveranno a sostituire quelli già pensionati, non avranno più la possibilità di ricevere tutte le necessarie notizie ed informazioni relative al territorio che andranno a gestire – ha concluso De Collibus – e si troveranno di conseguenza in forti difficoltà con inevitabili conseguenze negative per la tutela.
Si rischia un graduale disfacimento dei luoghi culturali causando una perdita inestimabile non solo della memoria collettiva ma anche di una più consapevole acquisizione dell’identità futura. Nelle realtà di piccole e medie dimensioni come quelle abruzzesi infatti, tali luoghi hanno sempre avuto un ruolo accentratore e comunitario per la cittadinanza ancor prima che per il turista. Tutto ciò risulta essere ancora più grave nel momento storico in cui stiamo vivendo, dove le necessità di incontro, confronto e conforto risultano essere impellenti e necessari.
Facciamo appello, quindi, a tutte le autorità politiche ed amministrative affinché venga svolta una forte pressione nei confronti del ministero per fare uscire l’Abruzzo da questa inaccettabile situazione”.
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